In ambito Retail e GDO, minacce criminali e inefficienze operative possono rappresentare, oltre che rischi per la sicurezza di clienti e dipendenti, anche perdite consistenti di prodotti di inventario. La continua evoluzione degli stili di vita, di consumo e dell’operatività della vendita rende, perciò, ancora più complessa la gestione della Sicurezza in questi contesti, soprattutto nei supermercati, nel mondo fai-da-te e nell’abbigliamento, dove oggetto della vendita sono articoli di piccole dimensioni, facilmente rivendibili; oppure in spazi espositivi dedicati ad oggetti di alto valore o fragili, ove i rischi, oltre a furti e taccheggio, sono legati anche alla deperibilità o a rotture dovute alla movimentazione.
Per efficientare la sicurezza e prevenire le mancanze di inventario, il mondo Retail ha oggi a disposizione diverse strategie di intervento oltre che tecnologie. Ad ogni modo, il miglior provvedimento è un approccio trasversale, che includa diversi strumenti ed espedienti complementari tra loro, ma insieme analogamente efficaci e indispensabili.
Occorre dunque prendere in considerazione una combinazione di soluzioni che vadano dalle barriere antitaccheggio, ai sigilli alle porte e doorman, fino alla videosorveglianza.
Secondo l’ultimo report di Crime&Tech, spin-off universitario del centro di ricerca Università Cattolica del Sacro Cuore-Transcrime, le misure di sicurezza più diffuse per la protezione degli store sono la videosorveglianza (97% delle aziende), i sigilli alle porte e i controlli alle uscite di emergenza (90%), le barriere antitaccheggio (87%), i servizi di doorman o portierato (84%) e i sistemi di allarme gestiti da terze parti (84%). Al contempo, si adottano soluzioni di protezione dei singoli prodotti, in un mix finalizzato: si scelgono le etichette antitaccheggio applicate in store (83% delle aziende), scaffali chiusi (54%) e placche antitaccheggio applicate alla fonte (48%).
Se ne deduce che l’arma del retailer è quella di coniugare più opzioni ed al contempo fare squadra, confrontandosi con altre realtà di settore, individuando sinergie virtuose e buone pratiche, anche in considerazione delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dall’intelligenza artificiale – si pensi ad esempio al riconoscimento facciale e al controllo accessi intelligente.
In presenza di tali modalità ibride, del resto, è necessaria la sincronizzazione tra i dipartimenti IT e security, oltre che investire nella protezione informatica dei propri sistemi e dati – del resto, con slancio decisivo dopo la pandemia, il settore del retail è oggi quasi nella sua totalità online.
A partire da questa riflessione, pertanto, la comunicazione e collaborazione tra più anime, in un’ottica di filiera, soprattutto nel mondo della Security, oltre che l’investimento nella formazione del personale o nella creazione di team dedicati, diventano decisivi, obiettivo da sempre alla base di SICUREZZA.
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