“C’è qualche cosa che contraddistingue le manifestazioni fieristiche che fanno ‘cultura di prodotto’, da quelle che fanno solo promo-commercializzazione.” – ha dichiarato Baldin- “In un ambito ad altissima e rapida innovazione, qual è quella della home and building automation e delle tecnologie per la smart city, è necessario avere ben presente questo discrimine, che non rappresenta una valutazione di merito, ma semplicemente una presa d’atto di una differenza genetica. Potremmo dire che da una parte l’orizzonte è l’hic et nunc, il qui e ora, e dall’altra è la visione prospettica, la strategia. SMART BUILDING EXPO appartiene certamente a questa seconda categoria, nella convinzione che le fiere che fanno cultura di prodotto e di filiera abbiano un ruolo determinante nella costruzione di quel mercato entro il quale si svolge poi la vera competizione tra i diversi operatori. Non abbiamo timore di affermare che da questo punto di vista SMART BUILDING EXPO, che a novembre 2021 traguarderà la terza edizione, ma che è figlia di un processo lungo, costituisce una manifestazione precompetitiva, ma proprio per questo insostituibile. Il successo di un prodotto, come noto, è dato, infatti, da un incrocio fortunato di fattori: l’idea innovativa, il prezzo, ma anche e, forse, soprattutto il timing, dove per timing intendiamo la ricettività del mercato in quel particolare momento a fare propria quell’idea progettuale che, poi, si traduce in un prodotto. Il timing, il più delle volte, è il fattore più difficile da predeterminare, perché è un fattore in gran parte esogeno, determinato da una convergenza allargata di fattori e da una sensibilità diffusa che nessun operatore è in grado di produrre autonomamente. Ma chi costruisce questa ricettività allargata all’innovazione? Certamente molti elementi assieme, tra i quali uno è determinante: la formazione. Se abbiamo per le mani il miglior prodotto del mondo, infatti, ma non abbiamo attorno ad esso i tecnici in grado di introdurlo sul mercato e un mercato pronto ad accoglierlo, il fallimento è dietro l’angolo”.
Nel corso dello “Smart Building Roadshow 2020” di Anitec-Assinform e ANCE - le associazioni confindustriali di riferimento del comparto ICT e dell’edilizia - le aziende del settore intervenute, interrogate più volte sul fattore chiave su cui spingere per favorire l’introduzione delle nuove tecnologie, fin dalla progettazione, nei nuovi edifici, hanno espresso un giudizio unanime: la formazione degli addetti ai lavori.
Il rischio colto da tutti è, infatti, che alla velocità dell’innovazione non corrisponda una analoga capacità di aggiornare le proprie competenze da parte degli addetti ai lavori, il che comporterebbe inevitabilmente uno scollamento tra produzione e mercato molto pericoloso e in grado di rendere vani investimenti molto importanti. Allineare produzione e formazione è quindi essenziale per assicurare una sincronia di timing, una fluidità del mercato che è precondizione al successo.
“Questo è anche il compito di SMART BUILDING EXPO” – continua Baldin – “che ha l’ambizione di favorire lo sviluppo armonico del mercato, allineando competenze e innovazione e perciò, da sempre, fa da collettore di tutti gli interessi e di tutte le componenti della filiera. La formazione costituisce per questa ragione uno degli elementi più qualificanti della manifestazione, scaturendo non tanto da un’idea astratta dello sviluppo, ma dalle esigenze che emergono dalle rappresentanze delle diverse anime di questo universo in continuo divenire; ovvero grazie al coinvolgimento del mondo confindustriale, di quello artigiano e delle professioni, che nella fiera milanese trovano sempre ampio spazio e con le quali esiste da anni una proficua collaborazione. Il programma di SMART BUILDING EXPO 2021 è ovviamente in fase di studio, con qualche novità che per ora non possiamo scoprire di notevole importanza per il settore. Sicuramente tornerà la Milano Smart City Conference, che il prossimo anno affronterà il tema di cruciale attualità del contributo delle nuove tecnologie alla resilienza urbana in un tempo che auspichiamo tutti ‘post pandemico’”.
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